Sono finite le caselle
della scheda elettorale, è tempo
di cambiarla e mentre colmo il poco
spazio che dal Comune mi separa
l’apro e la guardo: era il duemila
quando intonsa e all’alba di un millennio
si apriva come un libro bianco,
gli spazi di cittadinanza
ben squadrati.
Li ho visti svanire
uno ad uno così che il tutto pieno
è solo una sequenza
di timbri e vuoti a perdere.
Con la nuova fra le mani,
che mi accompagnerà fino alla fine,
il ritorno è uno spazio troppo lungo,
il tempo una clessidra che va a ritroso…